Il Dottor Christian Pristipino, cardiologo presso l’Ospedale San Filippo Neri di Roma scrive una lettera per tirare le orecchie al vescovo di Ascoli Giovanni D’ercole, dopo le farneticanti dichiarazioni del 27/4/2020, inviandola contestualmente, per conoscenza, al Dipartimento della Salute della Chiesa Cattolica Italiana, all’Ufficio Liturgico Nazionale Italiano, all’ufficio di Presidenza della Chiesa Cattolica Italiana e, direttamente, al Presidente della Chiesa Cattolica Italiana, Cardinal Gualtiero Bassetti. Il testo integrale:
<<Eccellenza, da cittadino, medico ospedaliero impegnato nella lotta al COVID, ricercatore scientifico, fondatore e membro di società scientifiche nazionali e internazionali e credente cattolico, tengo a farle pervenire il senso del mio più profondo sdegno per le dichiarazioni da Lei pronunciate in merito all’ultimo decreto del Governo Italiano concernente le misure di argine alla pandemia che sta flagellando anche l’Italia.
Uno sdegno suscitato dal contenuto, incivile nel senso letterale del termine, e dallo stile del Suo intervento video diffuso sui Social.
Al di sopra di tutto, un prelato, di qualsiasi ordine e grado, in quanto tale, non ha alcun titolo per contestare delle forti ed acclarate evidenze di scienza.
La Chiesa non è superiore alla scienza per dire ciò che fa bene o fa male alla salute dell’uomo. Sappiamo i danni che i chierici hanno fatto all’umanità e ai singoli quando si sono dimenticati di questo.
Non faccio insulto alla sua intelligenza nello spiegarle che la Sua rispettabile esperienza di Pastore non le consente di tirare alcuna conclusione attendibile su quello che sia o non sia sicuro fare dal punto di vista medico, epidemiologico e di salute pubblica. Il pretendere di farlo, arrogandosi saperi di igiene che non si hanno, vista la sua posizione influente, non fa che rendere più vulnerabili quelli che vedono il Lei un punto di riferimento, specialmente i più fragili tra di loro. La stessa posizione ufficiale della CEI risulta totalmente sconcertante e fonte di scandalo a questo riguardo.
La liturgia cattolica, come quella di qualunque altra attività umana, non è immune dai meccanismi universali di trasmissione delle malattie, come sanno i morti causati dalle processioni contro la peste del ‘700.
Il solo pensiero che un vescovo possa deliberatamente essere all’origine di un danno alla salute dei suoi fedeli, per qualunque motivo lo faccia, è semplicemente ripugnante oltre a essere un insulto per chi come noi medici, lotta ogni giorno a rischio della propria vita per curare i danni causati da interventi inopportuni come il Suo.
In questa chiave non stupisce lo stile autoreferenziale, enfatico ed arrogante, strumentale al ricoprire le motivazioni inconsistenti su cui ha basato il Suo argomentare.
Da credente mi limito a interrogarmi se questo stile, associato alla pretesa di diritti inesistenti (quelli di far contagiare il prossimo?), sia coerente con il messaggio che la Chiesa è tenuta a proclamare e incarnare.
Questo stile molto più vicino agli avvertimenti mafiosi con cui cui vien fatto schioccare il tacco del potere, scandalizza i piccoli e i poveri del dono della fede. Anche questo non ricorda quello che un credente, e ancor meno un Pastore è chiamato a fare. Non sta certo a me ricordarle il passo evangelico dove questo scandalo viene stigmatizzato.
Eccellenza, abbiamo bisogno di Pastori che proteggano e custodiscano le persone loro affidategli, in primis essendo coscienti del loro ambito di competenza.
Conforta in questo senso che ci siano dei pastori che comunicano il senso di camminare accanto al proprio popolo, proteggendolo, e non di marciarci militarmente sopra. La rimando per questo all’illuminante intervento sull’argomento di S.E.R. Beniamino De Palma, suo confratello nell’ordine episcopale a Nola. Sono sicuro ne sia a conoscenza. >>
Con osservanza,
Dr. Christian Pristipino
Cardiologo, Roma
Board della Società Europea di Systems Medicine, European Association of Systems Medicine (EASYM)
– NON CREDO CHE SI DEBBANO AGGIUNGERE ALTRE PAROLE –